Questa ideologia si basa sul presupposto che il genere di una persona sia facoltativo, opzionale, intercambiabile, in sostanza liquido, come direbbe Bauman. Si vorrebbe prescindere dal fatto che l’uomo e la donna sono costitutivamente diversi, e non solo fisicamente.
L'alterità che caratterizza l’uomo rispetto alla donna non è solo il frutto di un’elaborazione storico-culturale, è parte del progetto che Dio ha da sempre per l’umanità.
Di ciò troviamo conferma nelle Sacre Scritture. In particolare, nel Libro della Genesi alcuni termini rimandano, con il loro significato, a queste differenze, come elementi che connotano non solo la natura, ma anche la ricchezza del rapporto maschio femmina.

Altre due coppie di termini che sottolineano la differenza dell’essere uomo e donna sono zaakar e nequebah, letteralmente il “puntuto” e la “perforata”, e ish e isshah, lo sposo e la sposa. Sono parole che racchiudono un’ampia estensione semantica: rimandano alla vocazione ultima di ogni essere umano, hanno un legame profondo con la dimensione relazionale della coppia. Vediamoli brevemente.
Zakar, il puntuto appunto, è colui che protegge, sostiene, conduce, decide, trasmette la legge.
Neqebah, la perforata, è colei che accoglie la vita, che custodisce, diffonde la bellezza, promuove, non è accentratrice.
L’essere compiutamente uomo e donna non può prescindere dalla vocazione inscritta nel nostro codice umano che viene sintetizzata in queste due definizioni. Nella scelta di far proprie le caratteristiche insite della nostra natura maschile o femminile, di accogliere la propria vocazione specifica, e conseguentemente il proprio compito nella vita di coppia e nella società, è racchiuso il segreto della pienezza di vita, della propria realizzazione.
Per contro, rifiutare questa vocazione, ritenerla opzionale, rinnegare questa distinzione dell’essere zakar o neqebah, può pregiudicare la realizzazione piena di un’esistenza.
Ecco perché gli uomini "spuntati" sono frustrati, umiliati, spaventati, spesso in fuga e diventano un problema per la famiglia e una tragedia per i figli. Per lo stesso motivo, le donne "puntute" spesso sono nevrotiche, recriminatorie, lamentose, svalutano gli altri, diffondono infelicità intorno a sé.
I termini ish e isshah, sposo, ma anche amico, fratello, amante, e, specularmente, sposa, amica, sorella, amante, connotano la natura del rapporto uomo-donna nel progetto di Dio Padre: Egli ha pensato al matrimonio per l' uomo e donna, così da diventare “una sola carne”, non solo per procreare - rendendoli propri alleati nella creazione continua dell’uomo - ma anche per edificare nel tempo una comunione totale, per aiutarsi vicendevolmente a diventare ciò che per natura sono chiamati ad essere, individualmente e nella reciprocità.
In Genesi troviamo infatti anche il termine ezer, che significa “aiuto”, e viene inteso proprio come alleanza, complicità. In cosa sono alleati e complici l’uomo e la donna, in particolare nel matrimonio? Sono alleati - possiamo dire “in comunione” - nell’edificare il bene, e contrastare il male; ecco perché, in ultima istanza, sono alleati di Dio, perché questo Dio fa.
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