Continuiamo il nostro viaggio tra i vizi capitali. È vero che i vizi sono inclinazioni che hanno caratterizzato
l’uomo di ogni tempo, senza eccezioni e senza sosta, ma è pur vero anche che in
ogni epoca uno tra questi sembra imperare sugli altri, o meglio, sulla vita
della gente. Quello della lussuria forse è il vizio del nostro tempo. I rimandi
ad esso sono ovunque, a partire dai media, e non risparmiano nessuno, nemmeno i
più indifesi. La società non è attrezzata per difendersi, per combattere questo
vizio, anzi, ogni comportamento che vira verso
questa forma di contaminazione tende ad autolegittimarsi e a spingersi sempre
più in là, sempre più in basso, fino allo svuotamento morale, fino a una necrosi spirituale.
Parlare del vizio della lussuria non significa certo colpevolizzare la sessualità: la sessualità, e il piacere che può derivarne,
non sono legati al peccato in maniera automatica, come una certa impostazione
del passato portava a credere. La sessualità, il piacere, sono parte di ciò che
Dio definisce come cosa “molto buona”, tanto che ad essi ha legato il dono sacro
della vita! La sessualità nel suo significato più profondo è espressione
dell’amore scambievole, del dono di tutta la persona, della tenerezza e del
rispetto per l’altro.
L’attuale contesto e l’evoluzione culturale, a partire dal ’68,
ne han deviato e minato il senso e il fine.
La lussuria parte dal cervello si inocula facilmente in ogni pensiero,
coinvolge tutti i sensi, si impossessa del cuore, priva di ogni senso critico di
coscienza razionale. In pratica, è la perdita del controllo di sé che porta a
cercare la trasgressione, l’eccesso...
Spesso nasce dall'eccessiva cura del
proprio corpo, che viene considerato soprattutto come strumento di piacere,
e al contempo coinvolge l’altro, o qualche sua parte del corpo, che diventa mero
oggetto di piacere a sua volta.
Svilisce insomma la propria e la sessualità
altrui, sganciandola dal suo fine unitivo e procreativo.
La lussuria porta al pensiero fisso di voler fare sesso, non importa con chi, senza curarsi delle conseguenze su di sé e sull'altro. E quando
il sesso diventa pensiero dominante o pensiero unico, distrugge ogni relazione
sana, l’interesse verso un legame duraturo.
La mentalità libertina, la pornografia dilagante, sono
concause della trasformazione da persone libere a dipendenti. Se
una persona giunge al matrimonio con questo vizio o con un passato caratterizzato
da questa forma di schiavitù, dovrà lavorare molto su di sé per entrare in
un’ottica di dono, di stima dell’altro. Questo vizio, se presente nel
matrimonio, può portare progressivamente all’oggettivazione del coniuge,
allo scandalo, alla mancanza di pudore, alla concupiscenza, al tradimento, fino
a forme di perversione e devianza.
Per questo diventa importante educare i figli alla dignità e bellezza di sé e dell’altro, ad una sessualità e affettività autentiche, al
rispetto per sé stessi e per l’altro, al dominio di sé, ad uno sguardo critico
su ciò che la cultura attuale propone loro a piene mani. Oltre a parlarne con
loro, può essere utile vigilare sul loro uso di cellulare e in particolare di
internet, specie se bambini e adolescenti.
E nessuno può pensare: non è un mio problema, perché tutti
riceviamo frequentemente e senza cercarli stimoli negativi, che possono
diventare tentazioni e quindi comportamenti conseguenti. Custodire allora
anzitutto gli occhi, per custodire mente e anima, coltivare relazioni di
qualità, nutrire lo spirito, per dominare le pulsioni – tutto questo può fare
la differenza per vivere la nostra sessualità e affettività nell'ottica del
dono d’amore.
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