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Safet Zec |
Dov'è il punto critico, ci siamo chiesti, qual è la possibile chiave di volta che può trasformare uno scoglio insormontabile in un trampolino di lancio?
Sono tante – ci pare – le variabili in gioco in una difficoltà relazionale. Tra le variabili più incisive ci sono senz'altro l’aspettativa e l’esigenza. Chi decide di investire tutta la propria vita con una persona spesso si ritrova più o meno consciamente a proiettare su di essa una serie di aspettative, non solo per il proprio benessere affettivo e psichico, ma anche in relazione al bene della coppia stessa.
L’aspettativa però, ancor più se si trasforma progressivamente in esigenza, ha un effetto contrario rispetto a quello sperato, può cioè destabilizzare e allontanare, anziché edificare. Chi si ritrova in balia della tensione generata dall'aspettativa dell’altro, spesso si chiude in se stesso, così non “tira fuori” neanche quel poco che potenzialmente potrebbe dare.
Nella nostra limitata esperienza a riguardo – ci siamo imbattuti in alcuni limiti dell’altro, che erano (e sono ancora) quelli che ci fanno più soffrire, perché corrispondono – fatalità – ad un nostro desiderio/bisogno profondo.
La comprensione empatica, unita a questa rinuncia definitiva, ci hanno aiutato a creare le condizioni migliori per tentare di superare i nostri limiti, perché hanno generato uno spazio di accoglienza e di benevolenza, in cui ci sentiamo liberi di dare il meglio di noi stessi.
A distanza di tempo, constatiamo che qualche passetto da ambo le parti è stato fatto. Di quei passetti abbiamo imparato a gioire grandemente, a essere grati l’uno all’altra.
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